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Canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
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Nuovo Topic   Rispondi    Indice del forum -> TEOLOGIA. Realtà sulle Religioni, Dio, Gesù, Madonna, Demonio e Angeli. Credo: Bibbia, altri Testi Sacri, Miracoli. Papi e Santi. Apocalisse prevista
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MessaggioInviato: Lun Apr 28, 2014 7:18 am    Oggetto: Note Canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II
Descrizione: Canonizzazione Maria Teresa di Calcutta. BIOGRAFIE
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Oltre un milione di persone è atteso a Roma e in Vaticano per la canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II in programma a partire dalle ore 10. La capitale è da giorni in fermento per garantire la massima sicurezza a un evento che rappresenterà una delle massime concentrazioni di persone mai registrate nel nostro Paese.
Proprio per questo motivo, negli scorsi giorni, sono state effettuate ispezioni e bonifiche estese al sottosuolo, con tanto di pattugliamenti subacquei delle acque del Tevere fra Ponete Sisto e ponte Umberto I. I fedeli saranno accolti da 2500 volontari della Protezione Civile, dalle forze dell’ordine presenti a Roma al gran completo, coadiuvate da 2400 agenti in più. Sei i principali organizzatori dell’evento: lo Stato Italiano, il Vaticano, il Comune di Roma, la Regione Lazio, il Vicariato e l’Opera Romana Pellegrinaggi.

Che cos’è la canonizzazione
La canonizzazione è la dichiarazione ufficiale della santità di una persona defunta da parte di una confessione cattolica o ortodossa. Mentre la beatificazione ne permette la venerazione in alcune chiese particolari, la santificazione ne rende possibile la venerazione nella chiesa universale.
La canonizzazione della Chiesa cattolica avviene con una procedura che dura parecchi anni, talvolta persino secoli. Il principale organo eccelsiastico che ha competenza per tutto ciò che riguarda la beatificazione e la canonizzazione dei “Servi di Dio” è la Congregazione per le cause dei santi. Negli ultimi decenni è richiesto che alla persona oggetto del processo di canonizzazione vengano riconosciuti dei miracoli. L’ultima parola spetta al Papa che, attraverso un atto pontificio, sancisce formalmente la conclusione positiva del processo canonico.

Canonizzazione papi: il programma
Si comincia sabato 26 aprile, ore 21, con una notte bianca di preghiera: le 11 chiese del centro di Roma resteranno aperte consentendo ai fedeli di pregare e confessarsi. Domenica 27 aprile la cerimonia di canonizzazione inizierà alle 10 con la messa di Papa Francesco. Lunedì 28 aprile la vista disponibile al pubblico delle Tombe dei due Papi, seguita da una Processione.


BIOGRAFIA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II:
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CANONIZZAZIONE di Papa Giovanni Paolo II
Quando Karol Wojtyla morì il 2 aprile del 2005, in piazza San Pietro fu esibito un cartello che passò alla storia: “Santo subito”. E, vista la complessità dell’iter burocratico che porta alla canonizzazione dei santi, papa Giovanni Paolo II è diventato davvero “santo subito”, visto che verrà canonizzato ad appena 9 anni dalla sua morte. Fra i beati dal 1° maggio 2011, Papa Wojtyla detiene un primato difficilmente eguagliabile: durante il suo lungo pontificato furono 1338 le persone beatificate e ben 482 canonizzate, mentre i suoi predecessori, nell’arco di quattro secoli, avevano proclamato appena 300 santi.

Dati che si spiegano con l’abolizione del Pubblico Ministero, il cosiddetto Avvocato del Diavolo incaricato di trovare prove contro il processo di santificazione. L’eliminazione di questo istituto ha snellito l’iter che porta alla santificazione e, ora, è la stessa figura di Wojtyla a giovarsene.

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BIOGRAFIA DI PAPA GIOVANNI XXXIII:
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CANONIZZAZIONE di Papa Giovanni XXIII
Pontefice amatissimo, Angelo Giuseppe Roncalli si guadagnò presso la gente l’appellativo di “Papa buono” ed è stato, insieme allo stesso Wojtyla, il più popolare pontefice del XX secolo. Beatificato il 3 settembre 2000, nell’anno delle celebrazioni del Giubileo, proprio da Wojtyla, verrà canonizzato proprio insieme a Giovanni Paolo II. La sua canonizzazione è stata accolta da Papa Francesco nonostante non sia avvenuto il secondo miracolo richiesto dalla Chiesa per avere diritto allo status di santo. Non si tratta di una novità, già Giovanni Paolo II dispensò Agostino Zhao Rong e i suoi centodiciannove compagni dal secondo miracolo proclamandoli santi, ora Papa Bergoglio ha deciso per la canonizzazione pro gratia di Papa Roncalli in base a quattro motivazioni “forti”: 1) il regolare percorso fino alla beatificazione; 2) la vastità del culto liturgico e della fama sanctitatis et signorum che accompagna la sua figura; 3) la richiesta dei padri del Concilio Vaticano II che dopo la sua morte ne chiesero l’immediata canonizzazione; 4) l’indiscussa attualità della figura e dell’opera di Giovanni.

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Canonizzazione papi: la logistica
Per garantire la massima sicurezza e rendere più fluida la logistica dell’evento è stata creata una zona rossa il cui perimetro è delimitato da piazza della Città Leonina; via dei Corridori; Borgo Sant'Angelo; piazza Pia (lato Vaticano); largo Giovanni XXIII (lato Vaticano); Lungotevere Vaticano (tra largo Giovanni XXIII e Ponte Vittorio Emanuele II); borgo Santo Spirito; largo Alicorni; via Paolo VI; piazza S. Uffizio. L’orario in cui sarà attivata l’area di massima sicurezza va dalle ore 19 di sabato 26 aprile fino a “cessate esigenze” del 27 aprile.

Tre i varchi di accesso per i fedeli: via della Conciliazione (tra via Traspontina e largo Giovanni XXIII), via Traspontina (altezza via della Conciliazione), via San Pio X. L'accesso in piazza San Pietro sarà consentito a partire dalle 05:30. Tutti gli eventi sono ad accesso gratuito e non è previsto alcun biglietto.

La metropolitana romana sarà attiva senza interruzione dalle 5.30 del 26 aprile alla mezzanotte del 28, e il bus 64 sarà operativo dal 13 aprile fino al 1 maggio, 24 ore su 24. Per il doppio avvenimento è stato inoltre messo a punto, al costo di 28 euro, il Roma Pass. Una carta valida tre giorni che consente l’accesso sui mezzi pubblici, un'entrata gratuita in un museo della città o sito archeologico e l’accesso ridotto nei successivi.

Canonizzazione papi: dove e come seguirla
Per chi non potrà o non vorrà recarsi a Roma saranno parecchie le possibilità offerte per seguire l’evento da remoto. La santificazione dei due papi verrà proiettata anche in 15 sale del circuito cinematografico Uci, ecco quali: Uci Bicocca, Uci Certosa, Uci MilanoFiori e Uci Pioltello a Milano, Uci Curno a Bergamo, Uci Arezzo, Uci Campi Bisenzio a Firenze, Uci Firenze, Uci Torino Lingotto, Uci Moncalieri, Uci Meridiana Casalecchio di Reno in provincia di Bologna, Uci Porta di Roma. Uci RomaEst e Uci Parco Leonardo a Fiumicino. Sul web il sito di riferimento è
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mentre l’account di Twitter è l'account @2popesaints.
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** Ho tirato fuori addirittura l'IMMORTALITA' SCIENTIFICA DEGLI ESSERI VIVENTI.
Si tratta di far pulire permanentemente l'uretra e prepuzio: visto che si riempiono sempre più di DETRITI degli stessi propri RESIDUI di acido urico, liquido seminale ed altre scorie anche automaticamente FASTIDIOSI COMPLESSIVAMENTE che si formano nei corpi "nell'apposita zona di scarico; proprio ben visti durante le circoncisioni. Facendo quindi, ripristinare "a ruscello" l'importantissima circolazione uretrale detta urinaria, ma che solo alla fine scarica urina; per tenere l'intera loro elasticità facendo funzionare eccellentemente tutti gli organi vitali, favorendo cuore e cervello.
* Queste due prime COSE FONDAMENTALI estremamente importanti alla salute, chissà perché "NON FURONO PROPRIO MAI VOLUTE APPROFONDIRE negli studi in medicina" !!
...Se tale pulizia venisse aggiunta nelle prevenzioni, cure e guarigioni; proprio NON AMMAZZEREBBE PIU' I CORPI PRIMA O POI a seconda delle loro debolezze genetiche al concepimento "altrettanto misteriose".
Evitando perciò l'invecchiamento fisico e morale, quindi: gli affaticamenti le patologie, l'impazzire, l'incattivirsi (di più o di meno) e quindi anche il non inquinare sempre più di tutte le conseguenze a catena complessive; inevitabilmente relativamente catastrofiche !!
- E si deve anche considerare in proposito, del possibile FARSI EVIRARE per non fare più venire le certe voglie "irregolari" e poter tranquillamente uscire di prigione.

(Gli altri dettagli si trovano in:
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Ultima modifica di zmassimo il Mer Nov 16, 2016 4:35 am, modificato 1 volta in totale
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MessaggioInviato: Dom Nov 13, 2016 5:07 am    Oggetto: Idea Madre Teresa Di Calcutta. Biografia e Canonizzazione
Descrizione: ...Un testamento di fede incrollabile, speranza invincibile e straordinaria carità
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Madre Teresa di Calcutta (1910-1997)

“ Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù”.
Di conformazione minuta, ma di fede salda quanto la roccia, a Madre Teresa di Calcutta fu affidata la missione di proclamare l’amore assetato di Gesù per l’umanità, specialmente per i più poveri tra i poveri. “Dio ama ancora il mondo e manda me e te affinché siamo il suo amore e la sua compassione verso i poveri”. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui e con un solo, ardente desiderio: “saziare la Sua sete di amore e per le anime”.

Questa luminosa messaggera dell’amore di Dio nacque il 26 agosto 1910 a Skopje, città situata al punto d’incrocio della storia dei Balcani. La più piccola dei cinque figli di Nikola e Drane Bojaxhiu, fu battezzata Gonxha Agnes, ricevette la Prima Comunione all’età di cinque anni e mezzo e fu cresimata nel novembre 1916. Dal giorno della Prima Comunione l’amore per le anime entrò nel suo cuore. L’improvvisa morte del padre, avvenuta quando Agnes aveva circa otto anni, lasciò la famiglia in difficoltà finanziarie. Drane allevò i figli con fermezza e amore, influenzando notevolmente il carattere e la vocazione della figlia. La formazione religiosa di Gonxha fu rafforzata ulteriormente dalla vivace parrocchia gesuita del Sacro Cuore, in cui era attivamente impegnata.

All’età di diciotto anni, mossa dal desiderio di diventare missionaria, Gonxha lasciò la sua casa nel settembre 1928, per entrare nell’Istituto della Beata Vergine Maria, conosciuto come “le Suore di Loreto”, in Irlanda. Lì ricevette il nome di suor Mary Teresa, come Santa Teresa di Lisieux. In dicembre partì per l’India, arrivando a Calcutta il 6 gennaio 1929. Dopo la Professione dei voti temporanei nel maggio 1931, Suor Teresa venne mandata presso la comunità di Loreto a Entally e insegnò nella scuola per ragazze, St. Mary. Il 24 maggio 1937 suor Teresa fece la Professione dei voti perpetui, divenendo, come lei stessa disse: “la sposa di Gesù” per “tutta l’eternità”. Da quel giorno fu sempre chiamata Madre Teresa. Continuò a insegnare a St. Mary e nel 1944 divenne la direttrice della scuola. Persona di profonda preghiera e amore intenso per le consorelle e per le sue allieve, Madre Teresa trascorse i venti anni della sua vita a “Loreto” con grande felicità. Conosciuta per la sua carità, per la generosità e il coraggio, per la propensione al duro lavoro e per l’attitudine naturale all’organizzazione, visse la sua consacrazione a Gesù, tra le consorelle, con fedeltà e gioia.

Il 10 settembre 1946, durante il viaggio in treno da Calcutta a Darjeeling per il ritiro annuale, Madre Teresa ricevette l’“ispirazione”, la sua “chiamata nella chiamata”.
Quel giorno, in che modo non lo raccontò mai, la sete di Gesù per amore e per le anime si impossessò del suo cuore, e il desiderio ardente di saziare la Sua sete divenne il cardine della sua esistenza. Nel corso delle settimane e dei mesi successivi, per mezzo di locuzioni e visioni interiori, Gesù le rivelò il desiderio del suo Cuore per “vittime d’amore” che avrebbero “irradiato il suo amore sulle anime.” ”Vieni, sii la mia luce”, la pregò. “Non posso andare da solo” Le rivelò la sua sofferenza nel vedere l’incuria verso i poveri, il suo dolore per non essere conosciuto da loro e il suo ardente desiderio per il loro amore. Gesù chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri. Circa due anni di discernimento e verifiche trascorsero prima che Madre Teresa ottenesse il permesso di cominciare la sua nuova missione. Il 17 agosto 1948, indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro e oltrepassò il cancello del suo amato convento di “Loreto” per entrare nel mondo dei poveri.

Dopo un breve corso con le Suore Mediche Missionarie a Patna, Madre Teresa rientrò a Calcutta e trovò un alloggio temporaneo presso le Piccole Sorelle dei Poveri. Il 21 dicembre andò per la prima volta nei sobborghi: visitò famiglie, lavò le ferite di alcuni bambini, si prese cura di un uomo anziano che giaceva ammalato sulla strada e di una donna che stava morendo di fame e di tubercolosi. Iniziava ogni giornata con Gesù nell’Eucaristia e usciva con la corona del Rosario tra le mani, per cercare e servire Lui in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. Alcuni mesi più tardi si unirono a lei, l’una dopo l’altra, alcune sue ex allieve.

Il 7 ottobre 1950 la nuova Congregazione delle Missionarie della Carità veniva riconosciuta ufficialmente nell’Arcidiocesi di Calcutta. Agli inizi del 1960 Madre Teresa iniziò a inviare le sue sorelle in altre parti dell’India. Il Diritto Pontificio concesso alla Congregazione dal Papa Paolo VI nel febbraio 1965 la incoraggiò ad aprire una casa di missione in Venezuela. Ad essa seguirono subito altre fondazioni a Roma e in Tanzania e, successivamente, in tutti i continenti. A cominciare dal 1980 fino al 1990, Madre Teresa aprì case di missione in quasi tutti i paesi comunisti, inclusa l’ex Unione Sovietica, l’Albania e Cuba.

Per rispondere meglio alle necessità dei poveri, sia fisiche, sia spirituali, Madre Teresa fondò nel 1963 i Fratelli Missionari della Carità; nel 1976 il ramo contemplativo delle sorelle, nel 1979 i Fratelli contemplativi, e nel 1984 i Padri Missionari della Carità. Tuttavia la sua ispirazione non si limitò soltanto alle vocazioni religiose. Formò i Collaboratori di Madre Teresa e i Collaboratori Ammalati e Sofferenti, persone di diverse confessioni di fede e nazionalità con cui condivise il suo spirito di preghiera, semplicità, sacrificio e il suo apostolato di umili opere d’amore. Questo spirito successivamente portò alla fondazione dei Missionari della Carità Laici. In risposta alla richiesta di molti sacerdoti, nel 1991 Madre Teresa dette vita anche al Movimento Corpus Christi per Sacerdoti come una “piccola via per la santità” per coloro che desideravano condividere il suo carisma e spirito.

In questi anni di rapida espansione della sua missione, il mondo cominciò a rivolgere l’attenzione verso Madre Teresa e l’opera che aveva avviato. Numerose onorificenze, a cominciare dal Premio indiano Padmashri nel 1962 e dal rilevante Premio Nobel per la Pace nel 1979, dettero onore alla sua opera, mentre i media cominciarono a seguire le sue attività con interesse sempre più crescente. Tutto ricevette, sia i riconoscimenti sia le attenzioni, “per la gloria di Dio e in nome dei poveri”.

L’intera vita e l’opera di Madre Teresa offrirono testimonianza della gioia di amare, della grandezza e della dignità di ogni essere umano, del valore delle piccole cose fatte fedelmente e con amore, e dell’incomparabile valore dell’amicizia con Dio. Ma vi fu un altro aspetto eroico di questa grande donna di cui si venne a conoscenza solo dopo la sua morte. Nascosta agli occhi di tutti, nascosta persino a coloro che le stettero più vicino, la sua vita interiore fu contrassegnata dall’esperienza di una profonda, dolorosa e permanente sensazione di essere separata da Dio, addirittura rifiutata da Lui, assieme a un crescente desiderio di Lui. Chiamò la sua prova interiore: “l’oscurità”. La “dolorosa notte” della sua anima, che ebbe inizio intorno al periodo in cui aveva cominciato il suo apostolato con i poveri e perdurò tutta la vita, condusse Madre Teresa a un’unione ancora più profonda con Dio. Attraverso l’oscurità partecipò misticamente alla sete di Gesù, al suo desiderio, doloroso e ardente, di amore, e condivise la desolazione interiore dei poveri.

Durante gli ultimi anni della sua vita, nonostante i crescenti seri problemi di salute, Madre Teresa continuò a guidare la sua Congregazione e a rispondere alle necessità dei poveri e della Chiesa. Nel 1997 le suore di Madre Teresa erano circa 4.000, presenti nelle 610 case di missione sparse in 123 paesi del mondo. Nel marzo 1997 benedisse la neo-eletta nuova Superiora Generale delle Missionarie della Carità e fece ancora un viaggio all’estero. Dopo avere incontrato il Papa Giovanni Paolo II per l’ultima volta, rientrò a Calcutta e trascorse le ultime settimane di vita ricevendo visitatori e istruendo le consorelle. Il 5 settembre 1997 la vita terrena di Madre Teresa giunse al termine. Le fu dato l’onore dei funerali di Stato da parte del Governo indiano e il suo corpo fu seppellito nella Casa Madre delle Missionarie della Carità. La sua tomba divenne ben presto luogo di pellegrinaggi e di preghiera per gente di ogni credo, poveri e ricchi, senza distinzione alcuna. Madre Teresa ci lascia un testamento di fede incrollabile, speranza invincibile e straordinaria carità. La sua risposta alla richiesta di Gesù: “Vieni, sii la mia luce”, la rese Missionaria della Carità, “Madre per i poveri”, simbolo di compassione per il mondo e testimone vivente dell’amore assetato di Dio.

Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per sua intercessione, il Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli.

Omelia di Giovanni Paolo II
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BIOGRAFIA E CANONIZZAZIONE
Gonxha (Agnese) Bojaxhiu, la futura Madre Teresa, è nata il 26 agosto 1910 a Skopje (ex Jugoslavia).

Fin da piccola riceve un'educazione fortemente cattolica dato che la sua famiglia, di cittadinanza albanese, era profondamente legata alla religione cristiana.

Già verso il 1928, Gonxha sente di essere attratta verso la vita religiosa, cosa che in seguito attribuirà ad una "grazia" fattale dalla Madonna. Presa dunque la fatidica decisione, è accolta a Dublino dalle Suore di Nostra Signora di Loreto, la cui Regola si ispira al tipo di spiritualità indicato negli "Esercizi spirituali" di Sant'Ignazio di Loyola. Ed è proprio grazie alle meditazioni sviluppate sulle pagine del santo spagnolo che Madre Teresa matura il sentimento di voler «aiutare tutti gli uomini».

Gonxha è attirata dunque irresistibilmente dalle missioni. La Superiora la manda quindi in India, a Darjeeling, città situata ai piedi dell'Himalaia, dove, il 24 maggio 1929, ha inizio il suo noviziato. Dato che l'insegnamento è la vocazione principale delle Suore di Loreto, lei stessa intraprende questa attività, in particolare seguendo le bambine povere del posto. Parallelamente porta avanti i suoi studi personali per poter ottenere il diploma di professoressa.

Il 25 maggio 1931, pronuncia i voti religiosi e assume da quel momento il nome di Suor Teresa, in onore di Santa Teresa di Lisieux. Per terminare gli studi, viene mandata, nel 1935, presso l'Istituto di Calcutta, capitale sovrappopolata ed insalubre del Bengala. Ivi, essa si trova confrontata di colpo con la realtà della miseria più nera, ad un livello tale che la lascia sconvolta. Di fatto tutta una popolazione nasce, vive e muore sui marciapiedi; il loro tetto, se va bene, è costituito dal sedile di una panchina, dall'angolo di un portone, da un carretto abbandonato. Altri invece hanno solo alcuni giornali o cartoni... La media dei bambini muore appena nata, i loro cadaveri gettati in una pattumiera o in un canale di scolo.

Madre Teresa rimane inorridita quando scopre che ogni mattina, i resti di quelle creature vengono raccolte insieme con i mucchi di spazzatura...

Stando alle cronache, il 10 settembre 1946, mentre sta pregando, Suor Teresa percepisce distintamente un invito di Dio a lasciare il convento di Loreto per consacrarsi al servizio dei poveri, a condividere le loro sofferenze vivendo in mezzo a loro. Si confida con la Superiora, che la fa aspettare, per mettere alla prova la sua ubbidienza. In capo ad un anno, la Santa Sede la autorizza a vivere fuori della clausura. Il 16 agosto 1947, a trentasette anni, Suor Teresa indossa per la prima volta un "sari" (veste tradizionale delle donne indiane) bianco di un cotonato grezzo, ornato con un bordino azzurro, i colori della Vergine Maria. Sulla spalla, un piccolo crocifisso nero. Quando va e viene, porta con sé una valigetta contenente le sue cose personali indispensabili, ma non denaro. Madre Teresa non ha mai chiesto denaro né ne ha mai avuto. Eppure le sue opere e fondazioni hanno richiesto spese notevolissime! Lei attribuiva questo "miracolo" all'opera della Provvidenza...

A decorrere dal 1949, sempre più numerose sono le giovani che vanno a condividere la vita di Madre Teresa. Quest'ultima, però, le mette a lungo alla prova, prima di riceverle. Nell'autunno del 1950, Papa Pio XII autorizza ufficialmente la nuova istituzione, denominata "Congregazione delle Missionarie della Carità".

Durante l'inverno del 1952, un giorno in cui va cercando poveri, trova una donna che agonizza per la strada, troppo debole per lottare contro i topi che le rodono le dita dei piedi. La porta all'ospedale più vicino, dove, dopo molte difficoltà, la moribonda viene accettata. A Suor Teresa viene allora l'idea di chiedere all'amministrazione comunale l'attribuzione di un locale per accogliervi gli agonizzanti abbandonati. Una casa che serviva un tempo da asilo ai pellegrini del tempio indù di "Kalì la nera", ed ora utilizzata da vagabondi e trafficanti di ogni sorta, è messa a sua disposizione. Suor Teresa la accetta. Molti anni più tardi, dirà, a proposito delle migliaia di moribondi che sono passati da quella Casa: "Muoiono tanto mirabilmente con Dio! Non abbiamo incontrato, finora, nessuno che rifiutasse di chiedere "perdono a Dio", che rifiutasse di dire: "Dio mio, ti amo".

Due anni dopo, Madre Teresa crea il "Centro di speranza e di vita" per accogliervi i bambini abbandonati. In realtà, quelli che vengono portati lì, avvolti in stracci o addirittura in pezzi di carta, non hanno che poca speranza di vivere. Ricevono allora semplicemente il battesimo per poter essere accolti, secondo la dottrina cattolica, fra le anime del Paradiso. Molti di quelli che riescono a riaversi, saranno adottati da famiglie di tutti i paesi. "Un bambino abbandonato che avevamo raccolto, fu affidato ad una famiglia molto ricca - racconta Madre Teresa - una famiglia dell'alta società, che voleva adottare un ragazzino. Qualche mese dopo, sento dire che quel bambino è stato molto malato e che rimarrà paralizzato. Vado a trovare la famiglia e propongo: "Ridatemi il bambino: lo sostituirò con un altro in buona salute. ? Preferirei che mi ammazzassero, piuttosto che esser separato da questo bambino!" risponde il padre guardandomi, con il volto tutto triste". Madre Teresa nota: "Quel che manca di più ai poveri, è il fatto di sentirsi utili, di sentirsi amati. È l'esser messi da parte che impone loro la povertà, che li ferisce. Per tutte le specie di malattie, vi sono medicine, cure, ma quando si è indesiderabili, se non vi sono mani pietose e cuori amorosi, allora non c'è speranza di vera guarigione".

Madre Teresa è animata, in tutte le sue azioni, dall'amore di Cristo, dalla volontà di «fare qualcosa di bello per Dio», al servizio della Chiesa. "Essere cattolica ha per me un'importanza totale, assoluta - dice - Siamo a completa disposizione della Chiesa. Professiamo un grande amore, profondo e personale, per il Santo Padre... Dobbiamo attestare la verità del Vangelo, proclamando la parola di Dio senza timore, apertamente, chiaramente, secondo quanto insegna la Chiesa".

"Il lavoro che realizziamo è, per noi, soltanto un mezzo per concretizzare il nostro amore di Cristo... Siamo dedite al servizio dei più poveri dei poveri, vale a dire di Cristo, di cui i poveri sono l'immagine dolorosa... Gesù nell'eucaristia e Gesù nei poveri, sotto le specie del pane e sotto le specie del povero, ecco quel che fa di noi delle Contemplative nel cuore del mondo".

Nel corso degli anni 60, l'opera di Madre Teresa si estende a quasi tutte le diocesi dell'India. Nel 1965, delle Religiose se ne vanno nel Venezuela. Nel marzo del 1968, Paolo VI chiede a Madre Teresa di aprire una casa a Roma. Dopo aver visitato i sobborghi della città ed aver constatato che la miseria materiale e morale esiste anche nei paesi "sviluppati", essa accetta. Nello stesso tempo, le Suore operano nel Bangladesh, paese devastato da un'orribile guerra civile. Numerose donne sono state stuprate da soldati: si consiglia a quelle che sono incinte, di abortire. Madre Teresa dichiara allora al governo che lei e le sue Suore adotteranno i bambini, ma che non bisogna, a nessun costo, "che a quelle donne, che avevano soltanto subito la violenza, si facesse poi commettere una trasgressione che sarebbe rimasta impressa in esse per tutta la vita". Madre Teresa ha infatti sempre lottato con una grande energia contro qualsiasi forma di aborto.

Nel 1979 le viene assegnato il riconoscimento più prestigioso: il Premio Nobel per la Pace. Tra le motivazioni è indicato il suo impegno per i più poveri, tra i poveri, e il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona. Madre Teresa nell'occasione rifiuta il convenzionale banchetto cerimoniale per i vincitori, e chiede che i 6.000 dollari del premio vengano destinati ai bisognosi di Calcutta, che con tale somma possono ottenere aiuti per un anno intero.

Negli anni '80, l'Ordine fonda, in media, quindici nuove case all'anno. A partire dal 1986, si insedia nei paesi comunisti, fino allora vietati ai missionari: l'Etiopia, lo Yemen Meridionale, l'URSS, l'Albania, la Cina.

Nel marzo del 1967, l'opera di Madre Teresa si è arricchita di un ramo maschile: la "Congregazione dei Frati Missionari". E, nel 1969, è nata la Fraternità dei collaboratori laici delle Missionarie della Carità.

Chiestole da più parti di dove le venisse la sua straordinaria forza morale, Madre Teresa ha spiegato: "Il mio segreto è infinitamente semplice. Prego. Attraverso la preghiera, divento una cosa sola nell'amore con Cristo. PregarLo, è amarLo". Inoltre, Madre Tersa ha anche spiegato come l'amore sia indissolubilmente unito alla gioia: "La gioia è preghiera, perché loda Dio: l'uomo è creato per lodare. La gioia è la speranza di una felicità eterna. La gioia è una rete d'amore per catturare le anime. La vera santità consiste nel fare la volontà di Dio con il sorriso".

Tante volte Madre Teresa, rispondendo a giovani che manifestavano il desiderio di andarla ad aiutare in India, ha risposto di rimanere nel loro paese, per esercitarvi la carità nei riguardi dei "poveri" del loro ambiente abituale. Ecco alcuni suoi suggerimenti: "In Francia, come a New York e dovunque, quanti esseri hanno fame di esser amati: è una povertà terribile, questa, senza paragone con la povertà degli Africani e degli Indiani... Non è tanto quanto si dà, ma è l'amore che mettiamo nel dare che conta... Pregate perché ciò cominci nella vostra propria famiglia. I bambini non hanno spesso nessuno che li accolga, quando tornano da scuola. Quando si ritrovano con i genitori, è per sedersi davanti alla televisione, e non scambiano parola. È una povertà molto profonda... Dovete lavorare per guadagnare la vita della vostra famiglia, ma abbiate anche il coraggio di dividere con qualcuno che non ha ? forse semplicemente un sorriso, un bicchier d'acqua -, di proporgli di sedersi per parlare qualche istante; scrivete magari soltanto una lettera ad un malato degente in ospedale...".

Dopo varie degenze in ospedale, Madre Teresa si è spenta a Calcutta, il 5 settembre 1997, suscitando commozione in tutto il mondo.

Il 20 dicembre 2002 papa Giovanni Paolo II ha firmato un decreto che riconosce le virtù eroiche della "Santa dei Poveri", iniziando di fatto il processo di beatificazione più rapido nella storia delle "cause" dei santi.

Nella settimana che celebrava i suoni 25 anni di pontificato, il 19 ottobre 2003, papa Giovanni Paolo II ha presieduto la beatificazione di madre Teresa davanti a un'emozionata folla di trecentomila fedeli. La sua canonizzazione avviene il 4 settembre 2016 sotto il pontificato di Papa Francesco.

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** Ho tirato fuori addirittura l'IMMORTALITA' SCIENTIFICA DEGLI ESSERI VIVENTI.
Si tratta di far pulire permanentemente l'uretra e prepuzio: visto che si riempiono sempre più di DETRITI degli stessi propri RESIDUI di acido urico, liquido seminale ed altre scorie anche automaticamente FASTIDIOSI COMPLESSIVAMENTE che si formano nei corpi "nell'apposita zona di scarico; proprio ben visti durante le circoncisioni. Facendo quindi, ripristinare "a ruscello" l'importantissima circolazione uretrale detta urinaria, ma che solo alla fine scarica urina; per tenere l'intera loro elasticità facendo funzionare eccellentemente tutti gli organi vitali, favorendo cuore e cervello.
* Queste due prime COSE FONDAMENTALI estremamente importanti alla salute, chissà perché "NON FURONO PROPRIO MAI VOLUTE APPROFONDIRE negli studi in medicina" !!
...Se tale pulizia venisse aggiunta nelle prevenzioni, cure e guarigioni; proprio NON AMMAZZEREBBE PIU' I CORPI PRIMA O POI a seconda delle loro debolezze genetiche al concepimento "altrettanto misteriose".
Evitando perciò l'invecchiamento fisico e morale, quindi: gli affaticamenti le patologie, l'impazzire, l'incattivirsi (di più o di meno) e quindi anche il non inquinare sempre più di tutte le conseguenze a catena complessive; inevitabilmente relativamente catastrofiche !!
- E si deve anche considerare in proposito, del possibile FARSI EVIRARE per non fare più venire le certe voglie "irregolari" e poter tranquillamente uscire di prigione.

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